Cosa cambia tra una tac e una risonanza magnetica?

I pazienti che sono in procinto di sottoporsi a un esame di diagnostica potrebbero confondere la tac con la risonanza magnetica, pensando che si tratti della stessa cosa. In realtà non è così, e dunque vale la pena di fare un po’ di chiarezza per sgomberare il campo da dubbi o errori. La tac è un esame che si basa sui raggi X e che permette di rappresentare in sezioni assiali il corpo. Tac è l’acronimo di tomografia assiale computerizzata: in pratica le sezioni che mostrano il corpo sono perpendicolari rispetto alla sua lunghezza. 

Ha senso parlare di tac al giorno d’oggi?

La tomografia assiale computerizzata non permette di eseguire ricostruzioni 3D o multiplanari, ma va detto che al giorno d’oggi ci sono apparecchi più all’avanguardia per mezzo dei quali le immagini possono essere acquisite secondo tutti i piani spaziali possibili, e quini non solo in sezioni assiali. Ecco perché attualmente più che di tomografia assiale computerizzata sarebbe opportuno parlare più semplicemente di tomografia computerizzata: si tratta di un esame che permette di verificare l’aspetto di tutte le parti del corpo, dalle ossa al fegato, dall’encefalo alle articolazioni, dai reni ai polmoni, dal cuore all’utero, dal pancreas ai vasi venosi e arteriosi.

La risonanza magnetica

Chi è in procinto di sottoporsi a una risonanza magnetica aperta a Piacenza o in qualsiasi altra città italiana, invece, deve sapere che questo tipo di esame ha caratteristiche ben diverse. In questo caso, infatti, le immagini del corpo umano sono generate grazie ai campi magnetici. Ciò vuol dire che i pazienti non sono esposti ai raggi X, cioè a radiazioni ionizzanti, a differenza di quel che avviene con le radiografie e con le tomografie computerizzate. Una risonanza magnetica, dunque, può essere ripetuta anche a breve distanza di tempo per più volte.

Quando serve una risonanza magnetica

Nella maggior parte dei casi le risonanze magnetiche vengono prescritte in campo neurologico, allo scopo di rintracciare la presenza di patologie del midollo e dell’encefalo, ma vi si può ricorrere anche in ambito ortopedico e in oncologia, per arrivare alla diagnosi di tumori. Anche per lo studio del cuore da qualche anno si possono adoperare esami di risonanza magnetica, e lo stesso dicasi per la mammella e per la prostata. Una delle differenze più significative tra la risonanza magnetica e la tomografia computerizzata va individuata nel fatto che la seconda presuppone tempi di esecuzione molto più brevi; la prima, però, è in grado di differenziare le varie strutture che vengono prese in esame in modo estremamente preciso.

I mezzi di contrasto

Per ottenere una visione eccellente delle strutture anatomiche e per riscontrare eventuali patologie, sia per le risonanze magnetiche che per le tomografie computerizzate vengono utilizzati i mezzi di contrasto. Nel corso degli ultimi decenni le iniezioni di tali sostanze sono diventate sempre più sicure, anche perché molto più tollerabili. In alcuni casi il diabete può rappresentare una limitazione all’impiego dei mezzi di contrasto, i quali non dovrebbero essere adoperati nemmeno per chi soffre di insufficienza renale severa o di grave allergia. Questo è il motivo per il quale, prima degli esami, viene fatto firmare un modulo di consenso informato e si richiede di effettuare specifici esami del sangue.

Le radiazioni della tomografia computerizzata

Per le radiografie e per le tomografie computerizzate, le dosi di radiazioni sono monitorate, spesso anche con dei software ad hoc che permettono di essere certi di non superare i livelli diagnostici di riferimento che vengono suggeriti dalla normativa di legge. C’è da tener presente che i raggi X non dovrebbero essere indirizzati verso le donne in stato di gravidanza, soprattutto nei primi tre mesi di gestazione.

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