Il dito a scatto: cos’è e come si cura

Inizia tutto con un lieve fastidio alla base del dito. Niente di che, forse solo un po’ di stanchezza o i riflessi di qualche movimento poco ortodosso. In alcuni casi, però, col passare del tempo il dolore aumenta. Le cose possono peggiorare fino a quando il dito – capita più frequentemente a pollice, medio e anulare – rimane piegato a mo’ di pugno chiuso, per poi raddrizzarsi con un brusco scatto, come se fosse azionato da una molla, causando un intenso dolore.

Si tratta della tenosinovite stenosante, una patologia della mano meglio conosciuta come dito a scatto. Per colpa di un’infiammazione i tendini flessori non riescono a scorrere bene nella guaina sinoviale che li racchiude, il loro canale protettivo, e danno vita a questo fastidioso disturbo, che colpisce con maggiore accanimento le donne dopo la menopausa, le persone diabetiche e alcune categorie di lavoratori che eseguono ripetuti movimenti di “presa” con le mani. Non è poi così raro che i sintomi compaiano anche in tenerissima età.

Quando il dito viene piegato, il tendine è costretto a forzare la guaina, che si è ristretta a causa dell’infiammazione, causando il doloroso scatto che dà il nome “volgare” alla malattia. Solitamente questo scatto è più pronunciato al mattino, dopo il riposo, e quando si afferra qualcosa e si esercita pressione: ecco perché la tenosinovite stenosante colpisce più spesso la mano dominante.

Dito a scatto: i campanelli d’allarme

Il dito a scatto è più comune in chi, per lavoro o per hobby (ad esempio il giardinaggio) pratica attività con gesti manuali frequenti e ripetitivi. I suoi sintomi caratteristici sono:

  • rigidità del dito
  • schiocco quando si muove il dito
  • fastidio o dolore sul palmo della mano, alla base del dito
  • il dito si blocca in posizione piegata e si raddrizza all’improvviso

La patologia colpisce con maggior frequenza le donne ed in generale le persone tra i 40 e i 60 anni, che hanno subito precedenti infortuni alla mano o che soffrono di artrite reumatoide, diabete, ipotiroidismo o sindrome del tunnel carpale. La menopausa e le malattie reumatiche sono due fattori predisponenti. La patologia può colpire anche i bambini, perché congenita o indotta dall’abitudine di succhiarsi il pollice.

Come si cura il dito a scatto

Dopo la comparsa di uno o più sintomi è bene rivolgersi immediatamente ad un medico, in modo da attuare una terapia conservativa e far sì che il disturbo non progredisca ulteriormente. Per alleviare il fastidio è possibile steccare il dito e indossare un tutore, per tenerlo in posizione estesa e far riposare l’articolazione, impedendole di piegarsi durante la notte. Si tratta comunque di un rimedio “tampone”, che non risolve il problema alla radice.

Per alleviare l’infiammazione che ha originato il disturbo molti medici optano per infiltrazioni a base di cortisonici (approccio però non praticabile per i pazienti diabetici, che rischierebbero iperglicemia), laserterapia e tecarterapia. Per la completa scomparsa dei sintomi servono in genere alcune settimane. Se il dolore non passa si fa l’ecografia, per avere un quadro più preciso e dettagliato in vista di un intervento di chirurgia alla mano.

L’operazione, necessaria nei casi più problematici per i quali le terapie conservative non hanno dato i risultati sperati, seguita da un percorso di recupero fisioterapico, restituisce al tendine la capacità di scorrimento nella sua guaina e il completo recupero delle funzionalità della mano.

Per molte persone che ne soffrono, la tenosinovite stenosante è “solo” un semplice fastidio, più che una malattia vera e propria. Se trascurato, però, il disturbo può evolversi fino a diventare invalidante, col dito bloccato in modo permanente in posizione piegata.

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