Rigenerazione della cartilagine, intervento non invasivo e in day-hospital grazie al “corallo”

Cartilagine

Spesso ci dimentichiamo dell’importanza della cartilagine, in quanto ciò che è nascosto alla vista non sempre richiama la nostra attenzione. Cosa è la cartilagine? Si tratta del tessuto che fascia le nostre articolazioni, ammortizzando i movimenti e proteggendo i rapporti articolari.

Patologie di natura infiammatoria, vascolare, degenerativa e traumatica sono le responsabili dell’usura, in tal caso, il soggetto soffre di un forte dolore cronico ed una limitazione delle normali attività quotidiane.

L’obiettivo dei chirurghi è quello di agevolare la rigenerazione della cartilagine relativa alle articolazioni del ginocchio, impiantando un dispositivo di aragonite, un minerale anche noto con il nome di “corallo”.

Grazie alle recenti evoluzioni nella ricerca in materia di bioingegneria tissutale e medicina rigenerativa, sono a disposizione dei medici degli innovativi scaffold osteocartilaginei, strumenti costituiti da aragonite e acido ialuronico, in grado di ricostruire la parte danneggiata.

Difatti, la Dott.ssa Francesca De Caro, Medico Ortopedico dell’Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia dello Sport di Humanitas Bergamo sostiene che “È questa la definizione del binomio formato dall’osso e dalla cartilagine sovrastante. Il dispositivo che viene impiantato durante l’intervento chirurgico è formato da due componenti: il cilindro di aragonite che mima la struttura dell’osso, e l’acido ialuronico, ovvero la versione sintetica dei liquidi lubrificanti che si trovano nel ginocchio.

Il dispositivo viene impiantato tramite una semplice incisione sul ginocchio; i nuovi componenti “mimano” l’osso subcondrale e richiamano le cellule staminali che lo ripopolano. Nel giro di tre mesi, l’esame della risonanza magnetica effettuata su quel ginocchio è in grado di documentare la rigenerazione del manto cartilagineo in superficie. L’elemento di rilievo è che questo, ad oggi, è l’unico tipo di chirurgia in grado di ricreare una cartilagine ialina, più simile a quella fisiologica e diversa dalla fibrocartilagine”.

Lo studio avviato dalla Dott.ssa ha un obiettivo ambizioso, ma non impossibile, infatti vorrebbe coinvolgere entro la fine dell’anno corrente un numero di soggetti che va dai 250 ai 500, aprendo questa innovativa procedura anche ai giovani con età superiore ai 20 anni, in quanto anche questa fascia di età è particolarmente colpita da problemi di natura osteocondrale.
Al momento ribadisce la De Caro “sono stati arruolati cinque pazienti. Non è un intervento invasivo e la degenza è di un solo giorno. Il paziente verrà poi seguito nei due anni successivi al trattamento con visite periodiche per verificare la sicurezza e l’efficacia dell’impianto”.
Il percorso riabilitativo post-intervento resta il medesimo di qualunque intervento alla cartilagine, deambulazione su stampelle per quattro settimane.

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