Visita oculistica in età pediatrica: ecco i controlli necessari per la salute dei bambini

La visita oculistica per i bambini è una delle cose da sempre più sottovalutate. Si tratta di un errore che, in assoluta buona fede, commette la maggior parte dei genitori. Si sa che i bambini, sin dalla nascita, hanno bisogno di mille attenzioni sotto tutti i punti di vista. Ed è per questo motivo che spesso si rischia di lasciare per strada qualcosa. Ma il controllo degli occhi in età infantile è davvero una cosa fondamentale: d’altra parte i numeri parlano chiaro.

E’ stato stimato che in Italia sono circa due milioni e mezzo i bambini di età compresa tra i tre e i dieci anni che soffrono di disturbi agli occhi. E il dato davvero preoccupante è che almeno un milione e mezzo di loro non si è mai sottoposto ad una visita oculistica. I disturbi riscontrati possono essere di vario tipo: si va dal semplice arrossamento ai più gravi mal di testa, che puntualmente emergono durante le ore scolastiche.

In questo articolo proviamo a raccogliere alcune informazioni sulla visita oculistica pediatrica.

Come comportarsi durante il primo anno di vita del bambino

Il primissimo controllo che viene fatto agli occhi di un bambino avviene subito dopo la nascita. Si tratta di una visita di routine che l’oculista compie al solo scopo di controllare eventuali malformazioni congenite o infezioni a seguito del parto. Il controllo viene fatto attraverso l’utilizzo di una piccola luce che serve a visionare il globo oculare del neonato e la corretta motilità dell’occhio.

Ma è nell’età compresa tra i sei e i nove mesi di vita, quando viene fatto il vaccino antipolimielitico, che è particolarmente indicato sottoporre il bambino ad un ulteriore controllo agli occhi. Anche in questo caso si procede con una visita praticamente identica a quella fatta in fase neonatale, per un controllo generale della morfologia dell’occhio.

I controlli successivi

Un’latra fase decisiva in cui è necessario sottoporre il bambino a visita pediatrica è poco dopo i due anni di vita. Può trattarsi di una visita di routine, che diventa assolutamente necessaria qualora il bambino presenti alcuni sintomi riconducibili a strabismo o miopia (tra tutti la difficoltà nel focalizzare gli oggetti).

In questi casi il consiglio è quello di rivolgersi a studi oculistici che si avvalgano dell’ autorefrattometro, uno strumento computerizzato che grazie all’utilizzo d suoni particolari è in grado di riconoscere il disturbo visivo del bambino.

Intorno ai cinque anni di età c’è poi bisogno di un ulteriore e approfondito controllo. Si tratta di un’età particolarmente delicata per un bambino, che comincia a prendere confidenza con le lettere e con i disegni. Questo vuol dire che lo sforzo visivo del bambino comincia ad essere più impegnativo e costante, per cui egli avrà bisogno di un controllo periodico ogni due anni.

Questo è come ci si dovrebbe comportare di norma per assicurare ai nostri piccoli il giusto controllo sull’apparato visivo. Naturalmente, per qualsiasi problema di diversa entità è bene affidarsi ad uno specialista per evitare guai peggiori.

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