A partire dagli anni ’80-’90 nel mondo occidentale si è diffuso il Muay Thai, un’antichissima tecnica di combattimento orientale che affonda le sue radici in un lontanissimo passato. Il nome di questa disciplina, conosciuta anche come boxe thailandese, deriva da Muay che significa “lotta” e dalla parola Thai di origine thailandese che significa “popolo libero”. Questo sport è conosciuto anche come arte delle otto armi poiché prevede l’utilizzo di otto parti del corpo: i piedi, le mani, i gomiti e le ginocchia. Si tratta di una tecnica prevalentemente di difesa e quindi, come tutte le arti marziali di ispirazione orientale, non incita alla violenza.
Si racconta che nel 200 a.C. il popolo degli Ao-Lai, abitanti nell’antico Siam (l’attuale Thailandia), veniva continuamente attaccato e saccheggiato dai predoni dei paesi limitrofi. Per porre fine alle scorrerie barbariche questo popolo si specializzò in uno stile di lotta che prevedeva l’uso della armi e lo scontro corpo a corpo. Nel 1700 i due stili di combattimento si scissero dando vita al Krabi Krabong, che prevedeva l’uso di armi come giavellotto, spada, pugnale, bastone e lancia, ed al Muay Thai che prevedeva l’utilizzo di mani, piedi, gomiti e ginocchia. Anche nel corso delle guerre i combattenti, quando erano stati disarmati, continuavano a lottare a mani nude secondo le tecniche del Muay Thai.
Nelle varie regioni della Thailandia il Muay Thai si diffuse secondo tecniche diverse, ma gli stili che hanno influenzato l’attuale disciplina sono fondamentalmente tre: Korat, Lopburi e Chaya. Il Korat prevedeva una guardia bassa con rapide combinazioni di pugni e calci molto potenti. Il Lopburi si basava su una guardia molto alta che garantiva una maggiore stabilità e prevedeva una sequenza di 4-5 colpi molto veloci e precisi. Infine il Chayaprevedeva continui spostamenti laterali, avanzamenti ed arretramenti con colpi di ginocchio gomito, pugni e calci.
Prima dello scontro c’è una sorta di rituale che aiuta il combattente a trovare la concentrazione, la tranquillità ed il favore degli spiriti benigni. La prima parte si chiama Kuen Suu Weitee ed è una fase di intensa meditazione caratterizzata da gesti scaramantici e rituali magici. La seconda fase è il Ram Muay, una danza rituale accompagnata da una musica per scacciare gli spiriti maligni ed invocare quelli benigni. Infine la terza fase è il Pitee Tod Mongkon, in cui il maestro del combattente recita una preghiera e pronuncia la formula “da uomo diventi guerriero”. Il Muay Thai è uno sport molto completo poiché rafforza lo spirito e la volontà d’animo tonificando allo stesso tempo i muscoli del corpo.
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