La diagnosi di alopecia androgenetica negli uomini è, generalmente, piuttosto semplice. Si realizza mediante l’osservazione del “pattern” di distribuzione della perdita dei capelli ed è poi confermata con l’osservazione dei capelli miniaturizzati nelle aree interessate dal diradamento.
La miniaturizzazione è il processo che vede una diminuzione progressiva del diametro e della lunghezza del capello causata da ormoni di tipo androgenetico.
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Densitometro
Durante il consulto, il chirurgo valuta il grado di miniaturizzazione utilizzando uno strumento chiamato densitometro, che ha la funzione di mostrare da vicino una piccola area del cuoio capelluto dove i capelli sono stati accorciati a circa 1 mm di lunghezza.
Nella prima immagine possiamo osservare un cuoio capelluto in condizioni normali, visto attraverso il densitometro. È possibile notare che le unità follicolari hanno uno spessore corretto, i capelli sono sani e il diametro è uniforme.
Nella seconda immagine vediamo, al contrario, un cuoio capelluto in cui il capello è diminuito nel diametro a causa del processo di miniaturizzazione, caratteristica tipica dell’alopecia androgenetica.
Ogni capello si può trovare a uno stadio diverso di miniaturizzazione e i follicoli, continuamente esposti all’azione dell’ormone di idrotestosterone (DHT), possono smettere di essere vitali e di produrre i capelli.
Familiarità della condizione
La diagnosi dell’alopecia androgenetica si basa generalmente anche sulla storia familiare dell’individuo, sebbene ogni caso sia naturalmente unico e debba essere analizzato di conseguenza.
Sebbene i geni responsabili dell’alopecia androgenetica non siano ancora stati identificati con precisione dai ricercatori, si sospetta che vi siano ragioni genetiche alla base della condizione.
Si fa riferimento generalmente alla scala Norwood per comprendere in quale fase della caduta si trovi l’individuo interessato, e quale possa essere lo sviluppo futuro della caduta.
Altri elementi da considerare per la diagnosi
Se la densitometria non fornisce una diagnosi chiara e definita della condizione, e si nota che il diradamento non interessa esclusivamente le zone tipicamente intaccate dall’alopecia androgenetica, vi sono altri elementi da prendere in considerazione.
Alcuni medicinali che si utilizzano per la cura della pressione alta o della depressione possono causare una caduta dei capelli, così come gli steroidi anabolizzanti.
È opportuno, in questo caso, sottoporsi ad alcune indagini di laboratorio quali analisi ematochimiche, emocromo completo, esami del ferro, della tiroide, indagini per lupus e sifilide.
Ulteriori esami necessari per la diagnosi
Se la diagnosi di alopecia androgenetica è incerta, vi sono ulteriori accertamenti ed esami di cui dispone l’esperto.
L’analisi del capello contribuisce a definire la causa della caduta, al fine di comprendere se l’anomalia sia ereditaria, causata da farmaci o da metalli pesanti.
La biopsia del cuoio capelluto rappresenta un’ulteriore opzione. Si esegue tuttavia piuttosto raramente poiché è utile solo se sono necessarie informazioni supplementari, al fine di valutare il meccanismo di crescita del follicolo pilifero.
Può essere opportuno eseguire una biopsia per il riconoscimento di funghi, infezioni batteriche o virali.
L’importanza della scelta dello specialista e del consulto
Da quanto abbiamo detto, si evince che il consulto svolga un ruolo essenziale per la corretta identificazione delle cause che portano alla caduta dei capelli di un individuo.
Di conseguenza, è essenziale rivolgersi a uno specialista dotato di grande esperienza, che sappia definire la nostra condizione e sviluppare un piano di trattamento personalizzato e specifico.