Se oggi una persona può contare su una speranza di vita molto più lunga rispetto a quella di cui si poteva beneficiare in passato, il merito è soprattutto della cardiologia. A sostenerlo è il direttore di Cardiologia 2 – Insufficienza cardiaca e trapianto dell’ospedale Niguarda di Milano Maria Frigerio, a capo del De Gasperis CardioCenter, che ha colto l’occasione di un convegno intitolato “Armonizzare la ricerca e la pratica clinica per migliorare la prevenzione delle malattie cardiovascolari” e andato in scena nel capoluogo meneghino per mettere in evidenza i traguardi raggiunti nel settore e, al tempo stesso, gli obiettivi che ci si propone di conseguire.
Contenuti
Cosa può fare la cardiologia
Il merito della cardiologia, in sostanza, è stato quello di aver regalato un maggior numero di anni alle vite di ognuno di noi: adesso, però, si impone un altro traguardo, che è quello di rendere gli anni aggiunti alle nostre esistenze più piacevoli. Insomma, invecchiare va bene, ma ciò che conta è invecchiare meglio: altrimenti, tutto il lavoro compiuto per allungare l’aspettativa di vita viene vanificato. Si potrebbe tradurre questo impegno come il desiderio di regalare più vita agli anni della terza età: il che vuol dire, tra l’altro, provare a invecchiare sempre più tardi. Come fare? Secondo Frigerio, la strategia a cui si deve fare riferimento non è di tipo farmacologico, ma riguarda le abitudini quotidiane di ognuno di noi.
I classici avvertimenti contro la sedentarietà pronunciati dagli esperti hanno un effetto anche in questo senso: il compito di ciascuno di noi deve essere quello di svolgere attività fisica cum grano salis, il che vuol dire muoversi in modo costante ma senza esagerare. Questo è il modo più sicuro e concreto per contrastare e prevenire la comparsa delle patologie del cuore, ma anche delll’artrosi e dei tumori. Non solo: lo sport e l’esercizio fisico contribuiscono a mantenere in salute il sistema respiratorio.
L’importanza della prevenzione
La prevenzione, come dimostra il sito www.cardioprev.com, è una realtà a cui si può arrivare con uno sguardo globale alla propria esistenza: insomma, non ha senso rinunciare a mangiare carne rossa se si ha uno stile di vita sedentario, così come serve a poco andare a correre tutti i giorni se si ha l’abitudine di fumare venti sigarette al giorno. Gli stessi comportamenti e le stesse azioni che ci impediscono di ammalarci di tumore sono quelli che ci proteggono dalla comparsa di patologie cardiache e dalla demenza senile.
La prevenzione, però, da sola non è sufficiente: ecco perché anche dal punto di vista farmacologico si riscontrano avanzamenti e progressi molto consistenti. Basti pensare, per esempio, alle terapie a cui ci si affida per il trattamento delle dislipidemie gravi, che non sono altro che le alterazioni del livello di grassi nel sangue. Esistono dei medicinali che garantiscono un funzionamento decisamente efficace in questo ambito, combattendo i meccanismi biologici di malattia. Non solo: di recente è stata verificata la correlazione tra l’infiammazione e la probabilità di andare incontro a malattie aterosclerotiche. Un solo dato è sufficiente per capire il valore degli studi in questo settore: solo in Italia più di un milione di persone è vittima di scompenso cardiaco.