L’abuso di alcool e la dipendenza che ne deriva sono fenomeni diffusi anche tra le donne, anche se forse meno noti perché nella maggior parte dei casi sono dissimulati o nascosti. Le donne diventano alcoliste in meno tempo rispetto agli uomini, e anche lo sviluppo di complicanze a livello medico è più rapido, sia dal punto di vista epatico che sotto il profilo cardiovascolare. Non vanno dimenticate, poi, le conseguenze psichiatriche di un abuso di sostanze: ecco perché le esponenti del cosiddetto gentil sesso sono molto più esposte agli effetti dell’alcool – sia cronici che acuti – manifestando una vulnerabilità più elevata.
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Il problema dell’alcool
Ma che cos’è l’alcool e perché è così pericoloso? Si tratta di una sostanza psicotropa che innesca fenomeni di dipendenza perché va ad agire sui centri nervosi che riguardano la regolazione del piacere. La dipendenza è sia di carattere fisico che di natura psichica, ed è accompagnata da assuefazione; in molti casi, inoltre, gli alcolisti sono pericolosi, tanto a livello individuale quanto a livello sociale. Una donna – così come un uomo – che è dipendente dall’alcool avverte un vero e proprio bisogno della sostanza dal punto di vista biologico e fisico: non di rado la motivazione a bere può essere rappresentata dalla necessità di lenire situazioni poco gradevoli, ma in altri casi la spinta proviene semplicemente dal desiderio di vivere un’esperienza piacevole.
La tossicità dell’alcool
La tossicità dell’alcool è ormai nota da tempo, se è vero che esso è stato inserito tra gli agenti cancerogeni dallo Iarc sin dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso. Tale sostanza fa parte del gruppo 1, che comprende i prodotti per i quali sono state riscontrate prove tali da rendere certa dal punto di vista scientifico la loro influenza sulla comparsa di tumori. Il cancro al pancreas, quello al fegato, quello al colon e quello al seno possono essere legati al consumo eccessivo di alcool, che ha un legame anche con altre forme tumorali, tra le quali quella alla laringe, quella all’esofago, quella alla faringe e quella alla bocca.
L’alcool e gli effetti sulla salute
Un consumo anche moderato di alcool da parte delle donne anziane è considerato in grado di causare un peggioramento della degenerazione psichica e neurologica, oltre a una sua accelerazione. Non va dimenticato, per altro, che questa sostanza interferisce con numerosi medicinali, e oltre una certa età è più frequente che si sia tenuti a seguire una determinata terapia farmacologica. I pericoli maggiori provengono dall’interazione tra l’alcool e i tranquillanti, o comunque tutti quei prodotti che deprimono il sistema nervoso, come per esempio gli ipnotici, gli ansiolitici o i sedativi. Un altro dei problemi che è necessario affrontare per le consumatrici di alcool con più di 65 anni riguarda il fatto che esse da giovani non hanno ricevuto una specifica educazione relativa alle modalità di consumo degli alcolici.
L’abuso di alcool tra le donne anziane
Il vino e la birra sono le bevande alcoliche predilette dalle donne anziane, che consumano anche amari ma lo fanno comunque nel contesto domestico e in privato. Purtroppo, nella maggior parte delle situazioni esse tendono a non manifestare la propria abitudine in pubblico e la tengono nascosta, per paura della riprovazione sociale che ne potrebbe derivare. Ciò, tuttavia, fa sì che eventuali problemi determinati dall’alcool possano essere riscontrati con molta difficoltà, e comunque in ritardo. La menopausa e la vedovanza possono rendere più frequenti fenomeni di abuso specialmente se si intersecano con una partecipazione inferiore alla vita attiva e con inevitabili limiti fisici causati dall’età.
L’alcolismo femminile e la società
Come si è visto, dunque, non sono poche le circostanze nelle quali l’alcolismo femminile resta un fenomeno nascosto, su cui cala il silenzio, e che rimane confinato tra le mura di casa: è come se l’ambito familiare agisse da contenitore, nella speranza vana che il problema gestito di nascosto possa trovare una soluzione. In età matura, poi, si verifica lo scontro tra il modello culturale vissuto e sperato in gioventù, in un contesto storico che segnava una notevole spinta verso l’emancipazione delle donne, e quello che si è effettivamente attuato.
Perché le donne bevono?
L’azione auto-medicante e contenitiva dell’alcool va identificata come una delle ragioni per le quali le donne sono portate a bere. Una situazione di crisi economica in famiglia o i problemi di lavoro del marito possono essere problematiche stressanti che inducono a rifugiarsi nella bottiglia. Prende vita quella che è stata definita la sindrome del nido vuoto, un comportamento che deriva dalla crisi del modo in cui l’identità sociale e psicologica della donna è stata organizzata nel tempo.
Quando l’alcool è una consuetudine
Non è detto, comunque, che il consumo di alcool sia sempre correlato a problemi personali: a volte è semplicemente il frutto di un’abitudine, un comportamento che si ripete di frequente e che non solo è accettato socialmente, ma è addirittura esaltato e considerato sinonimo di successo e di convivialità. Il ricorso alla bottiglia oltre a essere giustificato viene promosso. Può accadere, poi, che si beva vino perché non si è informati a sufficienza (il detto secondo cui il vino fa buon sangue è la dimostrazione che non sempre la saggezza popolare è sensata) o per ignoranza (si ritiene che l’alcool aiuti a contrastare il freddo, mentre è vero esattamente il contrario).
La terapia
Molto spesso si giunge in terapia dopo una segnalazione o con il tramite di altre persone, perché è raro che un alcolista riconosca e ammetta di avere un problema. Soprattutto tra le più giovani (e i più giovani), la motivazione intrinseca è ridotta. In qualunque caso, una terapia corretta non può prescindere da lezioni educative e informative relative agli effetti dell’alcool.