Alzheimer: il morbo oblio è contrastato dalla memoria scientifica

Alzheimer

(…) Ci sono cose che non puoi cancellare,
Ci sono abbracci che non devi sprecare.
Ci sono sguardi pieni di silenzio
Che non sai descrivere con le parole.
C’è quella rabbia di vederti cambiare
E la fatica di doverlo accettare.
Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria
Che non so dimenticare. (…)

“Quando sarai piccola”, di Simone Cristicchi

Alzheimer. La nomea di questo morbo riecheggia generando terrore ovunque e per chiunque. Tutti sappiamo che insorge all’improvviso e si presenta, senza preavviso, come un ospite maleducato e soprattutto indesiderato.

Il morbo di Alzheimer affetta la vita gettandola nell’oblio. Ma per fortuna, c’è la scienza a contrastarlo, dalla parte di chi soffre e spera nella guarigione. In questo approfondimento, cerchiamo di conoscerlo meglio, cercando di decifrarne dapprima i sintomi. Poi, ci informiamo circa la prevenzione della malattia. Dopodiché, vediamo come si effettua una diagnosi corretta. Ed infine, terminiamo con le ultime novità su una possibile cura.

La musica, così come ogni forma d’arte, sdrammatizza qualsiasi problematica. Sia essa sociale o peggio ancora concernente la salute. Eco perché abbiamo scelto di cominciare l’articolo con la citazione di alcuni versi di Quando sarai piccola, di Simone Cristicchi.

Quante volte nella vita desideriamo dimenticare tutto per ricominciare d’accapo? Sarà anche un valido motivo per nuovi inizi. Tuttavia, la memoria serve per crescere ed evolvere. Talvolta è meglio lasciar riaffiorare i ricordi, seppur brutti. Poiché il prezzo dell’oblio è alto si porta via anche il vissuto di sorrisi. Buona lettura.

Contenuti

Alzheimer: il silente morbo delle quattro A, responsabile del declino cognitivo

Secondo quanto spiegato su Fondazione Veronesi, il morbo di Alzheimer viene diagnosticato nel 1906 dal medico tedesco Alois Alzheimer. Grazie alla sua scoperta, se ne attribuisce la denominazione. Egli scopre questa malattia, però le cause restano tuttora ignote.

Ciò che invece si sa con certezza sono i sintomi. Il morbo di Alzheimer colpisce le connessioni cerebrali,causando il declino cognitivo del paziente. La persona colpita, infatti, non riesce più a compiere nemmeno i gesti elementari. Così, la sua quotidianità va lentamente alla deriva. Questa malattia insorge, principalmente, nell’età avanzata. Tuttavia, la scienza tiene conto anche di altri fattori di rischio. È buona norma, pertanto, condurre uno stile di vita sano, che molti interpretano come castigato. Ma non è così. Per divertirsi davvero, gli eccessi non servono tantomeno aiutano.

Perché il morbo di Alzheimer è noto come quello delle quattro A? Scientificamente, alla patologia si attribuiscono precisi aggettivi che la qualificano:

  1. Amnesia, ossia la perdita della memoria;
  2. Afasia, in cui non si riesce né a comprendere né ad articolare il linguaggio;
  3. Agnosia, fase nella quale il soggetto non riesce riconoscere persone, luoghi e oggetti;
  4. Aprassia, ovvero incapacità di compiere movimenti volontari, anche con l’ausilio di strumenti.

I sintomi del morbo di Alzheimer si assomigliano, ma variano da persona a persona. Comunque, la malattia nella fase iniziale si manifesta con i vuoti di memoria. Chi ne è colpito ha difficoltà a parlare, si smarrisce per strada e perde le proprie cose. Mentre prima questo non era solito accadere.

Poi, nella fase intermedia, l’Alzheimer sferra un altro attacco. Il soggetto colpito viene privato della sua autonomia, avendo di pari passo allucinazioni. La percezione alterata della realtà rende il malato di Alzheimer costantemente dipendete dall’assistenza specializzata.

Infine, nella fase severa, i sintomi si acutizzano. Il paziente non risponde più agli stimoli e gradualmente diviene allettato. Il decorso del morbo di Alzheimer si articola tra gli otto e i vent’anni. Un arco di tempo variabile, in cui la persona diventa incosciente, perdendo di mano la propria vita.

Alzheimer: i consigli da non ignorare per prevenire la malattia

Il morbo di Alzheimer può insorgere in qualunque momento. È vero. Tuttavia, come per ogni malattia, la prevenzione è doverosa, oltre che possibile. Che cosa consigliano i medici al riguardo?

Per vivere bene, occorre qualche semplice ed utile accorgimento, che non costa nulla. Innanzitutto, è opportuno scegliere uno sport preferito da praticare quotidianamente. Una piccola passeggiata o degli esercizi base a casa vanno bene. Comunque qualcosa che entusiasmi, altrimenti l’attività sportiva finisce nel dimenticatoio. Appena si nota la differenza tra sedentarietà e regolare allenamento, non si torna più indietro.

Un altro passo importante è mantenere attiva la mente, ad esempio con giochi di memoria o mediante l’enigmistica. Oppure ancora imparando a memoria delle poesie o delle canzoni. Questo trucco è addirittura piacevole! Si possono anche comporre dei puzzle, perché stimolano le facoltà intellettive. Dunque, non ci sono scuse.

Insieme a questi fattori di prevenzione, è fondamentale curare le relazioni sociali e l’alimentazione. Condividere saperi, trascorrendo del tempo in buona compagnia produce un effetto rilassante. Vogliamoci bene!

Alzheimer: l’aspetto del gene Apoe4 è cruciale nella diagnosi del morbo

Il morbo di Alzheimer è una di quelle patologie difficilmente diagnosticabili. Ed in quanto tale, essa un percorso multidisciplinare. Nel far questo, però, c’è un fattore diagnostico predominante. Gli scienziati hanno individuato un gene capace di svelare l’eventuale insorgenza dell’Alzheimer. Quale? Il gene Apoe4. Nelle persone predisposte a contrarre la malattia, l’Apoe4 si presenta in una forma omozigote. In tal caso, va monitorato.

In contemporanea, si ricorre all’ausilio di specifiche apparecchiature mediche per la diagnosi:

  • TAC
  • Risonanza magnetica, disponibile anche a magnete aperto per chi non vuol vedersiimbottigliato;
  • Elettroencefalogramma;
  • Puntura lombare;
  • Colloquio psicologico;
  • Visita neurologica;
  • Valutazione psichiatrica;
  • Analisi del quadro generale di salute.

Ci sono malati di Alzheimer che, nel corso del tempo, tendono a diventare violenti. Ecco perché è necessario non lasciare da sole le famiglie, con il supporto medico dedicato.

Alzheimer: braccio di ferro tra terapia farmacologica e attività ricreative

Il morbo di Alzheimer si può curare? Esiste una cura, ma per la guarigione bisogna ancora attendere. La pazienza è la virtù dei forti. A parole è facile. È vero. Nel frattempo, seguiamo i consigli salutari e facciamo tesoro di ogni istante che ci viene dato a vivere.

Nella terapia farmacologica, ci sono medicinali inibitori utili a contrastare il galoppo dell’Alzheimer. Perché ironicamente c’è un braccio di ferro con la terapia ricreativa (non ortodossa)? Le medicine hanno effetti collaterali, pur svolgendo il loro compito.

Ai famaci vanno affiancate delle attività di svago che aiutino i pazienti a tenersi attivi, così da scongiurare l’avanzamento dell’Alzheimer. O almeno la potenza dei suoi sintomi. Quali attività ricreative si svolgono? Alcune tra le seguenti:

  • Pet therapy, con gli animali;
  • Musicoterapia;
  • Attività psicomotorie;
  • Fisioterapia.

Qualunque malattia incurabile, alla sua insorgenza, genera smarrimento e panico. Ci si sente senza via d’uscita. Per quanto sia orribile e insormontabile, si può affrontare con ciò che si ha e come si può. Comunque vada. La rabbia dovuta all’impotenza e la fatica di dover accettare una nuova realtà non possono mai sottrarre la passione di vivere ogni istante. Anzi, queste emozioni ci fanno capire ed apprezzare cosa significhi vivere il presente. Perché troppo spesso ci troviamo sfasati tra passato e futuro. Auguri di buona salute!

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