Il tartufo in gravidanza può sembrare un alimento inconsueto e talvolta bizzarro da consumare. Perché proprio questo? È risaputo che una donna in dolce attesa manifesta delle voglie insolite. E tra queste potrebbe spiccare il tartufo. Perché no?
La gravidanza è una fase della vita in cui matura un cambiamento cruciale nella vita di una donna. È il fascino del ciclo della vita, in un divenire che conduce ad una delle tappe evolutive dell’individuo. Dare la vita ad un altro essere umano. Tale mutamento non è certo da poco. Ecco perché ogni donna si trova alle prese con una tempesta emotiva, nella quale matura una nuova consapevolezza, vedendo il proprio corpo cambiare. Non è facile per lei che vive ciò in prima persona. Tantomeno per chi le è accanto.
Allora, in che modo si può gestire correttamente la gestazione? Perché il tartufo in gravidanza può rivelarsi un ottimo alleato? In questo approfondimento ci dedichiamo esattamente a trovare le risposte alle domande più delicate. Vediamo quale alimentazione è bene seguire, così da rivolgersi ad un medico nutrizionista con le idee chiare. E ci concentriamo sui benefici del tartufo, quale prelibatezza carnosa e gradevole.
Ti invitiamo a cullarti con noi nella lettura! Ma abbi cura di addormentarti solo alla fine dell’articolo. Scherziamo. Resta con noi perché concludiamo in bellezza e con gusto.
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Il tartufo in gravidanza: dove nasce il Tuber magnatum, così tanto desiderato?
Il tartufo in gravidanza è un alimento molto desiderato dalle gestanti. Ma prima di capirne il motivo, scopriamo dove nasce il prelibato fungo. Secondo quanto riportato sull’Enciclopedia Treccani, il tartufo appartiene alla famiglia dei Funghi Ascomiceti.
E tali funghi convivono con le radici di altre specie arboree, con le quali intrecciano un rapporto di simbiosi. La forma del tartufo è irregolare e le sue dimensioni variano. Per trovarlo, vengono impiegati sia i cani che i maiali. Questi animali possiedo un fiuto infallibile.
Esistono diverse specie di tartufi, sia in Italia che all’estero. Tuttavia, per restringere il campo, si distinguono due tipologie principali di tartufi:
- I tartufi veri, che sono carnosi, profumati e gradevoli, pertanto si utilizzano in cucina;
- I tartufi falsi, meno consistenti e più piccoli, che invece non sono commestibili.
Quindi, nel dubbio, è meglio affidarsi agli esperti. La specie di tartufo più prelibata è quella del tartufo d’Alba, in Piemonte. Quest’è nota altresì con il nome di Tuber magnatum. Il tartufo piemontese nasce e cresce tra l’autunno e l’inverno e lo si trova vicino ad alcune specie di alberi, ossia: querce, pioppi e salici. Come si riconosce il tartufo d’Alba? Quello vero ha le seguenti caratteristiche:
- Colore simile alla cenere
- Aspetto giallastro
- Liscio all’esterno
- Variopinto all’interno, con tonalità tra rosa a bianco, dalla consistenza carnosa.
Con queste dritte, non ti sbaglierai.
Il tartufo in gravidanza: andiamo alle radici d’una corretta alimentazione per la mamma ed il feto
Si può consumare il tartufo in gravidanza? Non ci sono controindicazioni in merito, a patto che si osservino determinate regole. Ossia? Facciamo un passo indietro. Spieghiamo come dovrebbe nutrirsi una donna durante la gestazione.
Durante una gravidanza, la futura mamma sperimenta attacchi di fame, stati di agitazione e nausee. Tutto questo fa sentire la persona alquanto spossata. I sintomi, comunque, possono variare da donna a donna. Quindi, vanno prese delle precauzioni al fine di fornire il giusto nutrimento al feto, mantenendo il più possibile la donna in equilibrio.
Secondo le informazioni divulgate dalla Fondazione Veronesi, nei primi tre mesi di gestazione, la donna dovrebbe mantenere il proprio peso forma. Successivamente, l’aumento di peso non dovrebbe superare i 10 kg. Pertanto, la dieta sana di una donna incinta dovrebbe contenere le proteine. E dove le troviamo? Principalmente in alcuni cibi quali, carne, uova, pesce e formaggi. E ovviamente, anche nel tartufo.
Il tartufo in gravidanza è un concentrato vincente di vitamine
Ecco che, in fatto di proteine, entra in gioco il tartufo in gravidanza. Cos’ha di diverso questa prelibatezza? Secondo le fonti in merito, tra i suoi valori nutritivi spiccano:
- Proteine
- Carboidrati
- Fibre
- Vitamina C
- Fosforo
- Sodio
- Calcio
- Magnesio
- Ferro.
Inoltre, il tartufo in gravidanza serve perché ha sia un basso contenuto di grassi saturi sia gli antiossidanti. Naturalmente, sarà il medico nutrizionista a concordare con la gestante una dieta appropriata da seguire. In quanto è bene tenere a mente che durante la gravidanza, alla donna serve l’acido folico, utile per prevenire la spina bifida del nascituro.
A parte le vitamine già citate, servono anche la Vitamina A e la D. Quindi l’apporto calorico va monitorato e calibrato, in modo da mantenere i grassi sotto controllo. Stando a quanto emerso dai controlli medici, i glucidi (o meglio noti con il nome di carboidrati) sono i nutrienti più desiderati in gravidanza. Purtroppo, sono anche i responsabili principali dell’aumento di peso.
Dunque, durante la gestazione, una donna dovrebbe calibrare innanzitutto, il consumo degli alimenti dolci. Poi, va ridotta l’assunzione di caffè e bevande alcoliche. E cosa ancor più importante, non si deve fumare. Quest’ultimo consiglio vale per tutta la vita.
Allora, che fare in caso di stati di nervosismo? Si può praticare la ginnastica in acqua studiata apposta per le gestanti. O ascoltare musica. Anche l’arte terapia è una valida soluzione. Occorre trovare uno svago dal quale traggano giovamento sia la mamma che il feto. Poiché è una missione in coppia.
Il tartufo in gravidanza: come va mangiato per godere dei suoi benefici senza rinunciare al gusto?
Come si consuma il tartufo in gravidanza? Il modo migliore per assaporare il tartufo è quello di consumarlo una volta cotto. Per quale motivo? La cottura elimina il parassita Toxoplasma gondii. È un batterio pericoloso? Normalmente no. Ma durante la gravidanza può dare fastidio, scatenando l’infezione da toxoplasmosi, dannosa per il feto.
Si può scongiurare la minaccia? Certamente. Al fine di assicurarsi un buon pasto, occorre innanzitutto lavare il tartufo sotto l’acqua corrente. Nel procedimento, è bene spazzolare il fungo per eliminare ogni residuo terroso. È probabile che vi siano delle incrostazioni che non vanno via con lo spazzolino. Quindi se presenti, devono essere tagliate. E poi, il tartufo va asciugato con della carta assorbente.
La cottura elimina anche il gusto, insieme al batterio? Nel caso del tartufo nero, no. Questo, a differenza di quello bianco, conserva il sapore con tutte le sue proprietà. Per gli amanti dei cibi crudi, il consiglio è quello di acquistare il tartufo presso negozi di ortofrutta sicuri. Comunque, anche il tartufo surgelato è sicuro da consumare, poiché la surgelazione rimuove qualsiasi batterio pericoloso.
Il tartufo in gravidanza: ecco servite le Uova alla benedict con tartufo e fonduta di tomino
Per gustare al meglio il tartufo in gravidanza, ti proponiamo questa ricetta, pubblicata su Giallo Zafferano. Abbiamo scelto le Uova alla benedict con tartufo e fonduta di tomino, poiché ci sono molti degli ingredienti suggeriti per la gestazione, eccetto la carne.
Le dosi qui riportate sono per due persone. Mentre per la cottura occorrono circa 45 minuti. Quali sono gli ingredienti? Eccoli di seguito:
- 300 g di patate rosse
- Due uova
- Pepe nero
- Buro chiarificato
- Sale fino
- 100 g di grissini.
Per la preparazione degli spinaci servono:
- Aglio
- 150 g di spinaci
- 10 g di burro
- Sale fino.
Definiamo ora gli ingredienti per la fonduta di tomino:
- Un tomino
- Pepe nero
- Panna fresca liquida
- Tartufo nero.
Il tartufo in gravidanza: concentriamoci sulla preparazione delle Uova alla benedict con tartufo e fonduta di tomino
Bene. Adesso passiamo alla preparazione di questa ricetta, per la quale il tartufo in gravidanza sarà il protagonista. Per prima cosa, laviamo accuratamente le patate e le mettiamo a bollire in pentola per circa 30 minuti. Mentre avviene la bollitura, puliamo gli spinaci.
Poi, in un’altra padella scaldiamo uno spicchio d’aglio e il burro. Una volta fuso il burro, inseriamo gli spinaci e mescoliamo finché non avranno un aspetto appassito. A questo punto, rimuoviamo l’aglio e teniamo da parte gli spinaci. Qui, è la volta dei grissini, che vanno sbriciolati all’interno di un canovaccio.
Dopodiché tocca alle uova, che devono essere sbattute in una ciotola. Successivamente, è il turno delle patate da schiacciare, almeno otto o nove. Una volta schiacciate, le patate vanno aggiunti sale e pepe.
Terminato questo passaggio, disponiamo il purè suddividendolo in coppapasta quadrati. In questo procedimento otteniamo dei quadrati da giraredapprima nell’uovo sbattuto e poi nei grissini sbriciolati.
Adesso prepariamo le uova in camicia, per le quali versiamo acqua in un’altra pentola, cui aggiungiamo un cucchiaio di aceto di vino bianco ed il sale grosso. Accendiamo a fuoco moderato.
Occorre mescolare fin a creare un vortice al cui interno inseriamo l’uovo. Affinché il bianco dell’uovo ricopra interamente il tuorlo, possiamo servirci della schiumarola. A questo punto, scaldiamo il burro chiarificato in un’altra padella. Una volta sciolto, versiamo la crocchetta e la friggiamo.
Dopo la frittura, scoliamo la crocchetta e la adagiamosulla carta da cucina. Ora entra in gioco il tomino, dal quale va rimossa la scorza esterna e va tagliato a cubetti. Per realizzarne la fonduta, il composto ottenuto deve essere sciolto in una padella a fuoco basso, avendo cura di mescolare con costanza. Nella mescolatura aggiungiamo la panna. Otteniamo così una cremina.
Infine, disponiamo su di un piatto da portata:
- Una crocchetta di patate
- Metà dose di spinaci
- L’uovo in camicia
- La fonduta di tomino.
Ecco che fa l’ingresso sua maestà il tartufo nero, che ben si presta ad essere grattugiato a lamelle per conferire al piatto, il suo tocco di elegante gusto.
Buon appetito!