Ci sono patologie che coinvolgono sia fattori biologici che psicologici, legate al comportamento alimentare. I soggetti che ne soffrono sviluppano una vera e propria ossessione verso il cibo o per il controllo del peso e della forma del proprio corpo. Solitamente sono le giovani donne a esserne colpite con maggior frequenza, ma da un po’ di tempo l’età dei soggetti a questo tipo di malattia si è abbassata, colpendo adolescenti e preadolescenti, qualche volta anche i bambini, di entrambi i sessi.
Si tratta di malattie curabili ma da non sottovalutare: innanzi tutto è importante prendere consapevolezza del problema e raccogliere il maggior numero di dettagli e di informazioni che hanno portato a soffrire di questi disturbi alimentari. Poi senza timore o imbarazzo, rivolgersi a chi ci può aiutare, sia nella cerchia dei familiari e/o delle amicizie, sia a esperti in materia: medici, terapisti e associazioni che si occupano di queste patologie.
Sono tre principali forme di disturbo del comportamento alimentare: anoressia nervosa, bulimia e sindrome da alimentazione incontrollata.
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Anoressia nervosa
Una persona è definita anoressica quando, interrompendo il regolare consumo dei pasti e quindi mangiando molto meno rispetto al suo fabbisogno giornaliero, vede il proprio peso calare di oltre 80% di quello previsto per la sua età, costituzione e sesso. La parola anoressia deriva dal greco e significa, letteralmente perdita di appetito. Può essere conseguenza di altre malattie, durante le quali, non si riesce o non si vuole mangiare niente: si tratta di forme di anoressia più leggere e passeggere che si concludono, quasi sempre, con la guarigione dalla patologia che le ha causate.
Ben più grave e preoccupante è l’anoressia nervosa: si tratta di un disturbo alimentare che consiste in un vero e proprio rifiuto del cibo, per tenere ossessivamente sotto controllo il peso corporeo e la forma fisica. Le cause dell’anoressia nervosa sono soprattutto psicologiche: la paura di ingrassare diventa una fissazione ingestibile, accresce gli attacchi di ansia, di inadeguatezza e i livelli di autostima precipitano, per non parlare delle conseguenze fisiche che possono essere letali.
Negli ultimi decenni l’attenzione a questo disturbo del comportamentale si è fatto molto alto, essendo diventato in poco tempo e soprattutto fra i più giovani una patologia preoccupante, creando un vero e proprio allarme sociale. Sono sorti associazioni e consultori, atti a sensibilizzare il più possibile i soggetti a rischio e chi sta loro accanto, sull’argomento e sulle soluzioni a cui rivolgersi.
Bulimia
Anche nel caso della bulimia, a fare da “padrona” è l’ossessione per il proprio peso e il controllo della forma fisica. Questa volta però il comportamento è diverso: invece di rifiutare totalmente l’idea di nutrirsi come avviene per l’anoressia nervosa, i soggetti colpiti da bulimia (dal greco “fame da bue”) ingurgitano cibo voracemente e velocemente, quasi a togliersi il pensiero, consapevoli che bisogna pur mangiare. Ma subito dopo, per paura di metabolizzare il cibo consumato e quindi di ingrassare, si liberano velocemente di quanto mangiato praticando il vomito autoindotto, assumendo purghe e lassativi o praticando in maniera ossessiva attività fisiche brucia-calorie.
Trattandosi di un disturbo alimentare, anche per la bulimia, le cause e le terapie di guarigione vanno ricercate in ambito psichiatrico o psicologico, perché si tratta di un comportamento collegato alla sfera emotiva e personale del soggetto.
Sindrome da alimentazione incontrollata e obesità
Se per anoressici e bulimici il cibo è un acerrimo nemico, per le persone che soffrono di sindrome da alimentazione incontrollata mangiare è un valido alleato contro malesseri esistenziali, momenti cupi , senso di inadeguatezza e frustrazioni personali. Si fanno grandi abbuffate – quasi mai di alimenti sani ma spesso e volentieri di cosiddetto cibo-spazzatura – in solitaria, rapidamente e con voracità. Le conseguenze a breve termine sono sensi di colpa e stati d’ansia; alla lunga depressione e obesità.
L’obesità è un disturbo alimentare presente soprattutto nei paesi più industrializzati e dove il benessere sociale ed economico è più pronunciato. Si dice che un individuo è obeso quando la massa grassa dell’organismo raggiunge livelli considerevoli – oltre il 30%-40% del peso ideale – e questo accumulo si protrae nel tempo. L’obesità è il disturbo del comportamento alimentare più diffuso al mondo e può colpire ogni tipo di persona, senza distinzioni di età o sesso. Come bulimia e anoressia nervosa, può determinare conseguenze sull’organismo assai gravi, essendo fra le cause più frequenti di infarti, tumori, patologie del sistema scheletrico, dell’apparato respiratorio e via dicendo. Il rischio di mortalità nei soggetti obesi è più alto che nei normopeso.
Tuttavia, prima di arrivare all’obesità conclamata, si passa dalla fase del sovrappeso, uno stadio intermedio fra il peso forma e l’essere obeso, un campanello d’allarme che indica che mangiamo troppo e/o male e che non facciamo regolare attività fisica, preferendo una vita più pigra e sedentaria. È a questo punto che bisogna cominciare ad aver consapevolezza del problema e correre ai ripari prima che l’aumento di peso e della massa grassa arrivi a livelli preoccupanti.