Il craving è il fattore che più di ogni altro impedisce di restare astinenti dalle sostanze stupefacenti, come per esempio la cocaina, nel caso in cui ci si trovi a dover far fronte a una condizione di dipendenza. Ma che cos’è di preciso il craving? Esso può essere definito e identificato come il bisogno non differibile, e caratterizzato da una forte sensazione di urgenza, di assumere la sostanza. Chi si ritrova in una simile descrizione può visitare il sito Centrosannicola.com per conoscere il modus operandi del San Nicola, centro recupero dipendenze, che mette a disposizione degli utenti counsellor, terapeuti ed educatori esperti.
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La comparsa del craving
La comparsa del craving può essere spontanea, e cioè non essere innescata da stimoli esterni di alcun genere. Più di frequente, tuttavia, a determinarne l’insorgenza sono i cosiddetti trigger, cioè fattori che agiscono da innesco. Un esempio di trigger è un luogo in cui in genere si sta quando si consuma la sostanza; oppure una condizione che provoca uno stress emotivo; o, ancora, una persona con cui si è soliti assumere la sostanza; infine, una dinamica relazionale che è causa di conflitto. Come si può ben capire, un obiettivo prioritario consiste proprio nel riconoscere tali stimoli in modo che possano essere evitati. Tuttavia non è detto che questo sia sempre possibile (per esempio non sempre si può evitare di frequentare un luogo): e allora occorre mettere a punto delle strategie ad hoc che aiutino a superare le sensazioni da cui deriva il desiderio.
Il craving non è sempre lo stesso
Gli esperti identificano due differenti forme di craving, e una funzione di primaria importanza è rappresentata dall’aspettativa del soggetto: si distingue, così, tra craving positivo e craving negativo. Nel primo caso, lo scopo è provare gli effetti auspicati della sostanza; nel secondo caso, il desiderio impellente serve a prevenire i sintomi di una eventuale astinenza. Dal momento che il craving per la cocaina si spegne con il trascorrere del tempo, e quindi è solo momentaneo, è molto importante trovare delle strategie di resistenza al desiderio: è una questione di pochi minuti, non di più. Va detto, comunque, che nel periodo di recuperi iniziale il craving si può riproporre in più occasioni nell’arco di una giornata.
Craving da cocaina: quando compare
Il craving da cocaina insorge nelle persone che si trovano in una fase di dipendenza attiva dalla sostanza, ma anche nei soggetti che non la assumono da un po’ di tempo e sono impegnati in un iter di recupero. Nella seconda eventualità, si crea uno scontro tra la coscienza dei rischi che derivano dall’utilizzo della sostanza e la voglia di provare ancora i suoi effetti piacevoli. È evidente che la motivazione della persona riveste un ruolo decisivo.
Quali fattori favoriscono le ricadute
Sono numerosi i fattori che possono favorire la prosecuzione del percorso di recupero o, al contrario, promuovere una ricaduta: per esempio le condizioni di vita, il tono dell’umore, i tratti del temperamento, la consapevolezza dei rischi, l’ambiente in cui il soggetto vive e le relazioni in cui è coinvolto.
La dimensione psicologica e quella fisica
Il craving per la cocaina integra sensazioni fisiche e componenti psicologiche: da un lato si può avere a che fare con irrequietezza, tachicardia, tremori e sudorazione; dall’altro lato, la mente della persona si affolla di pensieri che riguardano la sostanza e le tante modalità di assunzione tra cui scegliere. Ogni altra cosa perde importanza, in quanto tutte le risorse mentali ed emotive sono focalizzate su come fare a ottenere la sostanza. Il resto sparisce dal quadro mentale, il cui unico pensiero è appunto quello di consumare la cocaina.